Procida

Procida, la più piccola delle isole partenopee (una superficie di appena 4 Kmq con oltre 11mila abitanti!), è separata dalla terraferma da uno stretto canale di soli 3 Km che da essa prende il nome. L’isola, un mix perfetto di bellezza paesaggistica, singolare architettura, arte, storia, tradizioni e magiche atmosfere, dista circa 3 miglia da Ischia, 7 da Pozzuoli con la sua costa flegrea e 10 da Napoli con le quali è collegata da corse giornaliere di traghetti e aliscafi. Fu chiamata Prochyta, ovvero profusa, sollevata dalle acque; le sue origini geofisiche sono di natura vulcanica, come del resto quelle dei Campi Flegrei, dai quali è divisa dal canale di Procida, assai poco profondo a testimoniare l’appartenenza dell’isola in tempi remoti alla costa flegrea. Sette crateri sono visibili intorno alle sue coste. Tra il XVII e il XVI secolo a.C. fu abitata dai micenei: lo testimoniano reperti (frammenti di ceramica micenea) trovati nel vicino isolotto di Vivara. Sulla rocca di Terra Murata nel VII sec., i benedettini costruirono l’Abazia di San Michele Arcangelo patrono dell’isola. Qui i procidani si rifugiavano per sfuggire all’assalto dei Barbareschi. Signore e feudatario dell’isola fu Giovanni da Procida che organizzò i Vespri Siciliani per vendicare Corradino di Svevia. Con il Cardinale d’Aragona Innico D’Avalos, abate dal 1561, si attua l’intervento più significativo sotto l’aspetto urbanistico, con la costruzione del Palazzo Reale e la ristrutturazione del borgo della terra a partire dal 1554. Sotto i Borbone (1734-1860) divenne riserva reale di caccia. Nel 1799 a seguito della fondazione della repubblica indipendente i Borboni vi eseguirono una dura repressione.

Sono tante le spiagge presenti sull’isola: diverse hanno sabbia scura, alcune finissima, altre ghiaiosa. Appena sbarcati a Marina Grande, a destra, c’è la spiaggia della Virulenza; a sinistra, la Lingua. Più attrezzate sono Ciracciello alla Chiaiolella, e la Chiaia. Da non trascurare le emozioni del lido di Pozzovecchio, detta ora spiaggia del Postino, nel ricordo del film girato da Massimo Troisi e di Ciraccio. Raggiungibili solo dal mare, la Chiaia dell’asino, la Chiaiozza e la Sciusella.

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